DEDICATO AL NONNO: ING. LUIGI BAFFA (1894-1933)

Luigi Baffa nacque a Galatina (Lecce) il 25 agosto del 1894.

Laureato con il massimo dei voti in Ingegneria Civile presso la Regia Scuola Statale Politecnica di Napoli nel 1920, conseguendo il premio “Renato Fava” quale miglior laureato nell’Anno Scolastico 1919-1920, già nel 1919 fece da collaboratore presso lo studio dell’ingegnere Eugenio Fischer di Napoli (ordinario di idraulica presso la Regia Scuola d’Applicazione Superiore per gli Ingegneri di Roma) mentre dal 1920 svolse l’attività di assistente “di geometria descrittiva presso la Regia Scuola Statale Politecnica di Napoli, pubblicando “Elementi di Prospettiva Lineare” (testo e tavole).

Tra il 1920 e il 1921 fu a Bari dove gli venne affidato l’incarico di funzionario dell’Ufficio Tecnico. Tra il 1921 e il 1926 diresse l’Ufficio Tecnico di Finanza di Trapani.

Nel 1925 vinse il concorso a Lecce per Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale e dal 1927 al 1930 ricoprì il ruolo di dirigente del Reparto Costruzioni presso l’Ufficio Tecnico di Finanza del capoluogo con mansioni estese anche alle province di Lecce, Taranto e Brindisi.

Collaborò, in qualità di Direttore Tecnico, alla sistemazione delle Regie terme di Santa Cesarea (Lecce) e alla costruzione del Regio Istituto di Biologia Marina a Taranto.

Nel 1931 partecipò al Concorso per il Palazzo delle Finanze di Bari, che però fu vinto dall’Architetto Carlo Vannoni di Roma (il relativo disegno è conservato nell’Archivio di Stato di Bari).

Nel 1931 vinse il concorso per Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale di Bari, incarico che gli portò il compito di redigere il progetto per il nuovo Palazzo della Provincia di Bari.

Morì nel 1933 a causa di un incidente stradale a Lecce.


le sue opere


  • Cappella Votiva dei Morti in Guerra, Marsala
  • Scuole Rurali, Marsala
  • Palazzetto McDonald, Trapani
  • Tubercolosario, Mazara del Vallo
  • Fondazione della Regia Dogana, Trapani
  • Palazzo della Finanza, Trapani
  • Chiesa di Maria Ausiliatrice, Trapani
  • Case popolari Di Vita, Trapani
  • Palazzetto Grimaldi, Trapani
  • Sede per l’agenzia della Banca Sicula, Castelvetrano
  • Sede dell’agenzia della Banca Commerciale Italiana, Trapani
  • Progetto per il Palazzo delle Finanze di Bari (non realizzato)

A queste opere, si aggiungono inoltre altri numerosi progetti di costruzioni stradali, idrauliche, edili, calcoli di stabilità, perizie, collaudi e consulenze.


PALAZZO DELLA PROVINCIA DI BARI


L’esigenza, manifestata già dagli ultimi decenni del 1800, del Consiglio Provinciale di avere una sede più ampia rispetto a quella che fino ad allora rappresentava il Palazzo di Governo di Bari, nonchè l’impossibilità di un suo ampliamento, portarono nel 1932 all’edificazione del Nuovo Palazzo della Provincia. La sua realizzazione fu affidata a Luigi Baffa, che allora dirigeva l’Ufficio Tecnico Provinciale.

Per il suo progetto, Baffa si ispirò a quelli che reputava gli esempi più illustri di palazzi civili italiani, adattandoli ad un ambiente “lagunare” quale era quello di Bari: il parziale svuotamento del piano terra, le bucature sulla superficie muraria e la presenza di una torre-campanile sono infatti omaggio alla tradizione architettonica rinascimentale veneta e toscana.

L’edificio è stato planimetricamente concepito come un quadrilatero irregolare, con l’angolo ottuso verso cui era collocata la Torre dell’Orologio, tra il Lungomare Nazario Sauro e via Spalato.

Nel progetto originario l’edificio prevedeva un seminterrato (posto ad un metro sotto il livello del marciapiede) un piano rialzato più altri tre livelli ed alcuni vani sul lato posteriore del quarto piano.

I vari piani del Palazzo erano serviti da uno Scalone d’Onore che, nel progetto di Baffa, era notevolmente diverso da quello realizzato dopo la sua morte e attualmente esistente: a sviluppo perfettamente circolare, occupava gran parte del Cortile centrale con una rampa rettilinea che partiva dall’Atrio colonnato affacciato sul lungomare. Fu poi successivamente ridimensionato in una forma planimetrica a semicerchio e la rampa rettilinea, scomparendo dall’atrio, fu inglobata nello Scalone.

Il piano terra, parzialmente svuotato tramite un grande porticato, omaggio alla tradizione architettonica veneta, era infatti accessibile dalle automobili. l vano semicircolare corrispondente allo Scalone, ora completamente coperto, prevedeva, nel progetto originale, una serie di finestre molto fitte e la presenza di un cupolino semisferico che avrebbe dovuto illuminare dall’alto il percorso del visitatore. Per le strutture murarie fu previsto l’uso di materiali locali, per i rivestimenti di facciata la pietra di Trani alternata a mattoni, mentre per le colonne esterne granito rosso di Baveno con capitelli in fiorito giallo di Carrara.

La Torre dell’Orologio, inizialmente prevista di 48,50 metri, fu volutamente decentrata “per non turbare l’euritmia delle masse principali in ossequio ai canoni di tutte le epoche” essendo l’insieme architettonico volutamente “ispirato alla austere forme del Quattrocento con interpretazione libera per l’adattamento all’ambiente locale”.

Alla morte di Baffa nel 1933 la direzione dei lavori fu affidata all’ing. Vincenzo Chiaia, il quale apportò delle sostanziali modifiche sia formali che strutturali al progetto di Baffa: l’altezza della Torre dell’Orologio fu portata a quota 62,50 metri, furono cambiati i rivestimenti di facciata e fu rimaneggiato lo Scalone d’Onore ed il vano corrispondente.

Negli anni ’60 furono poi ampliati i locali destinati alla Pinacoteca al terzo piano tramite l’aggiunta di due corpi a forma di “elle” che inglobavano il terzo piano e nel 1969 fu aggiunto un ascensore a servizio della Pinacoteca.

Nel 1990 è stato restaurato l’atrio colonnato, ed in tale occasione sono state chiuse le cinque arcate mediante vetrate di cristallo.


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